Con l'entrata in gioco dei linfociti T inizia il meccanismo
fondamentale della patologia celiaca, ovvero quello autoimmunitario.
Dopo che la gliadina è stata attivata dalla transaminasi tissutale,
per essere metabolizzata, viene legata alle molecole HLA DQ2/8 delle cellule
presentanti l'antigene ed attiva i linfociti T presenti nella mucosa
intestinale.
Il processo di attivazione dei linfociti T della lamina propria è quello che avvia una cascata di eventi, quali la produzione di un pattern di citochine di tipo Th1 che a loro volta attivano i macrofagi, inducendo la sovrapproduzione di interleuchina 12 (IL-12), IL-6, Tumor Necrosis Factor (TNF-α) e metalloproteinasi (16-17), capaci di degradare la matrice extracellulare e provocando l’appiattimento della mucosa intestinale che culmina nell’atrofia dei villi intestinali.
Si innesca infatti, un meccanismo di produzione di ossido nitrico in cui è coinvolto TNF-α, ed aumentata apoptosi enterocitaria. IL-6 invece concorre alla differenziazione, durante la fase di risposta acuta, dei linfociti B in plasmacellule producenti immunoglobuline specifiche. Inoltre durante il processo infiammatorio si ha un rilascio sempre maggiore di tTG, dovuto all’azione di alcune citochine; in questo modo aumentano le modificazioni della gliadina da parte dell’enzima, con conseguente aumento della produzione degli auto-anticorpi.
Il processo di attivazione dei linfociti T della lamina propria è quello che avvia una cascata di eventi, quali la produzione di un pattern di citochine di tipo Th1 che a loro volta attivano i macrofagi, inducendo la sovrapproduzione di interleuchina 12 (IL-12), IL-6, Tumor Necrosis Factor (TNF-α) e metalloproteinasi (16-17), capaci di degradare la matrice extracellulare e provocando l’appiattimento della mucosa intestinale che culmina nell’atrofia dei villi intestinali.
Si innesca infatti, un meccanismo di produzione di ossido nitrico in cui è coinvolto TNF-α, ed aumentata apoptosi enterocitaria. IL-6 invece concorre alla differenziazione, durante la fase di risposta acuta, dei linfociti B in plasmacellule producenti immunoglobuline specifiche. Inoltre durante il processo infiammatorio si ha un rilascio sempre maggiore di tTG, dovuto all’azione di alcune citochine; in questo modo aumentano le modificazioni della gliadina da parte dell’enzima, con conseguente aumento della produzione degli auto-anticorpi.
L'attivazione immunitaria con la formazione di autoanticorpi
contro la transglutaminasi tessutale, può portare all'interessamento di molti
organi ed apparati come cute, tiroide, pancreas, fegato, ma anche cuore e
sistema nervoso centrale.
I linfociti B, inoltre, portano alla produzione di anticorpi
antigliadina, antiendomisio, oltre che antitransglutaminasi tissutale, i quali
sono molto utili per la diagnosi, ma non è chiaro se siano anch'essi
responsabili del danno tissutale o se non ne siano una loro
conseguenza.
Di sicuro gli autoanticorpi transglutaminasi sono
responsabili del danno intestinale
Questi anticorpi hanno infatti un parziale effetto inibitorio
dose-dipendente nei confronti dell’attività transamidante della tTG umana, poiché la presenza degli anticorpi anti-tTG determina una mancata attivazione
del TGF-B, il fattore stimolante il differenziamento degli entorociti (attivato
da una modificazione indotta dalla stessa tTG), determinando il mancato
differenziamento dell’epitelio con conseguente appiattimento dell’epitelio dei
villi.
L’intestino tenue subisce profonde modificazioni a livello
della mucosa. Il danno si identifica con la progressiva evoluzione delle
seguenti fasi :
- Fase infiltrativa: è caratterizzata da un infiltrato infiammatorio che si distribuisce nella lamina propria ed è costituito prevalentemente da plasmacellule ed in minor misura da linfociti T CD4+ ed eosinofili.
- Fase iperplastica: segue la fase infiltrativa ed è caratterizzata oltre che dall’infiltrato infiammatorio anche da un’iperplasia delle cripte.
- Fase distruttiva: in questa fase si assiste ad una progressiva riduzione dell’altezza dei villi intestinali fino ad una loro completa atrofia (mucosa piatta). Il normale rapporto villo/cripta di 3:1 è profondamente modificato. Gli enterociti appaiono danneggiati con irregolare allineamento e perdita della fisionomia colonnare, diventando cuboidali o appiattiti. L’attività mitotica è aumentata nelle cripte che appaiono espanse, per cui lo spessore complessivo della mucosa rimane per lo più inalterato (19-20).
Queste modificazioni istologiche si traducono nel
malassorbimento dei nutrienti, ovvero nella principale conseguenza della
malattia: la malnutrizione.
Per concludere diciamo che tutti gli anticorpi che entrano in
gioco nella malattia celiaca sono glutine-sensibili, cioè scompaiono dal siero
del paziente quando questi è in dieta priva di glutine.
AAO
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